sabato 19 gennaio 2008

Garantisti e forcaioli. Il Paese delle contraddizioni

Il partito dei forcaioli è di nuovo in movimento. Dopo la condanna del Presidente Cuffaro nella sentenza di primo grado (ripeto Primo Grado), a cominciare dai capigruppo dell'opposizione a continuare dal Presidente della Commissione Antimafia dell'ARS On.le Forgione di Rif. Com., hanno cominciato a chiedere le dimissioni di Cuffaro.

Io mi chiedo cosa sia cambiato rispetto al momento precedente alla sentenza. Anzi la sentenza ha stabilito che non ha favorito la mafia. Non doveva dimettersi a maggior ragione prima che era indagato per mafia ? Perchè dopo che anche la Procura di Palermo (tanto accanita contro il Presidente da far chiedere ai suoi avvocati la remissione per leggittimo sospetto) ha sentenziato che Cuffaro non ha aiutato la mafia, ora lo stesso Presidente dovrebbe dimettersi ?

La cosa che mi viene da pensare per prima è che ognuno recita la sua parte. L'opposizione chiede le dimissioni sapendo che non le otterrà e che sarebbe ingiusto se le ottenesse. In Italia non vige ancora il principio della presunzione di innocenza ? Però, riflettendoci, è troppo semplicistica questa mia visione. Sì, semplicistica. Perchè una certa classe politico intelettualoide si crede la migliore possibile e prova schifo (sì schifo) per chi ottiene consenso in mezzo alla gente vasannu a ttutti e ascoltando tutti. E allora ? Cuffaro a casa, perche bacia tutti e ascolta tutti, spesso risolvendo i problemi di chi lo interpella. Questa classe politico intellettualoide è la stessa classe politico intellettualoide doppiopesista e panciafichista che quando il quartiere Brancaccio a Palermo sceglieva nel 1993 Leoluca Orlando Sindaco con il 70 % cianciava sulla primavera siciliana e osannava quell'elettorato "maturo ed europeo", salvo poi definirlo "rozzo, volgare, che guarda solo le telenovelas e contiguo alla mafia" quando cinque mesi dopo, nel marzo del 1994, sceglieva con lo stesso 70 % i candidati di Forza Italia e del Polo alla Camera ed al Senato. La verità allora è probabilmente diversa. La verità è che chi non è amico di questa classe elitaria e lontana dal popolo è fatalmente contiguo alla mafia. A me sembra che a fare i mafiosi siano loro. Se per mafia intendiamo lo stato mentale della sopraffazzione, della violenza (per cosa nostra fisica, per loro verbale e velenosa), della supremazia del più forte (coi deboli, ossequiosi e remissivi con i più forti) sono proprio loro, proprio chi pretende le dimissioni di Cuffaro ad avere questa etichetta. Non è mafioso pretendere, costringere altri a rinunciare al proprio diritto ad essere considerato innocente, quando non c'è una sentenza passata in giudicato ? Non è mafioso pretendere di ribaltare il risultato elettorale chiaro e nettissimo che ha decretato Cuffaro Presidente della Regione con una sentenza di primo grado ?

Perchè a sinistra non hanno chiesto a Prodi di dimettersi, dopo le ipotesi di reato avanzate da De Magistris a Catanzaro ? Loro no, loro si sa, sono tutt'al più vittime. Io sono garantista. Credo nella giustizia degli uomini e nelle tutele che lo Stato democratico offre ai cittadini. Fra questi il principio di innocenza, che vale per Prodi e anche per Cuffaro fino a prova contraria. Solo che di una parte, piccola piccolissima, di questa magistratura ho paura. Per tutto ciò che si è visto in questi ultimi tre lustri con Berlusconi, Andreotti e via discutendo. Per ciò che abbiamo sentito ieri (o l'altro ieri, non ricordo) con il CSM che allontana De Magistris (per cui non provo simpatia) da Catanzaro e lo esclude dalle funzioni di PM. Per Borrelli che urlava come un ossesso all'inaugurazione di un anno giudiziario ormai lontano "Resistere, resistere,resistere".

Il potere giudiziario ha un compito ben preciso rispetto agli altri poteri. Quello di giudicare. Non quello di debordare fuori dai suoi confini costituzionali invadendo campi che non competono ai magistrati e di tentare la supremazia rispetto agli altri due poteri.

Cuffaro fa bene a non dimettersi. Prodi ha fatto bene altrettanto. Altrimenti si ingenererebbe un processo vizioso e negativo, in uso presso le più raffinate dittature : le elezioni svolgiamole libere, se non ci piace chi vince lo indaghiamo lo condanniamo e lo costringiamo alle dimissioni. Cosa sarebbe una Nazione così ?

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