martedì 15 gennaio 2008

Perchè 67 Docenti Universitari contestano Benedetto XVI ?

Stamattina salgo in macchina per accompagnare mia figlia a scuola e come quasi tutte le mattine accendo l'autoradio che è sintonizzata su RTL 102,5. Il programma di quell'ora, Non Stop News, alterna musica a notizie commentate con un ospite chiamato al telefono. Un format vecchiotto, ma ancora efficace, che tiene compagnia.

I due conduttori e l'ospite telefonico, di cui non ricordo il nome ma solo il fatto che era docente alla Sapienza di Roma, parlavano del fatto del giorno. Il No di 67 docenti alla visita di Benedetto XVI all'apertura dell'anno accademico. L'argomento sul momento non mi è sembrato così interessante. Ho pensato che si trattasse dei soliti laicisti che rifiutano il pontefice, qualunque pontefice, solo perchè è il capo della Chiesa di Roma.

Lascio la bimba a scuola e arrivo al bar dove prendo il mio caffè quasi tutte le mattine. Il Giornale di Sicilia titolava : Università, no al Papa. Apro il giornale e leggo le pagine sul tema. A quel punto sono informato sui fatti. Ma la riflessione che ho fatto mi ha accompagnato per tutto il viaggio da Modica a Ragusa.

Penso che Radio Vaticana abbia ragione. E' un atto di censura. Possono 67 docenti universitari comportarsi come i depositari di un altra religione, quella della scienza ? Possono impedire con il loro atteggiamento la visita di un Capo spirituale a cui moltissimi uomini in tutto il mondo prestano ascolto ? Può il laicismo ad ogni costo arrivare fino a negare un principio stesso del laicismo che è il dialogo ? E, guardando la questione sotto il profilo laico si può impedire ad un Capo di Stato straniero di far visita ad una nostra Università ?

Non credo che il Papa abbia imposto la sua visita. Sarà certamente stato invitato dalla dirigenza dell'Università. E vuoi vedere che i nobilissimi difensori del laicismo abbiano scopi molto meno nobili di quelli che lasciano intendere dichiarando di parlare in nome di Galileo ? La mia mentalità da politico mi ha messo in allarme.

Trascorro la mattinata lavorando di buona lena tra un appuntamento e l'altro e tra una riunione e l'altra. Torno a casa, pranzo e cerco qualche minuto di riposo guardando la Tv. Sky tg 24 parlava dell'argomento. E sai cosa dichiara, netto netto, un altro professore della sapienza ? Che la questione non è solo ideale. Tra poco ci saranno le elezioni per il nuovo rettore e la quasi totalità dei 67 cavalieri ha assunto questa posizione per fini elettorali. Tra me mi convinco del fatto che Andreotti aveva ragione a dire che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Lo scopo era molto meno nobile.

Al di là di questo, a mente fredda, mi viene da pensare a quanto degradata sia questa nazione quando per scopi miserabili si arriva ad attaccare il Papa. Il Papa è il Papa, indipendentemente dalla fede e dal fatto che si creda o no. Penso anche che la cultura sia schiacciata dal peso dei giochini di chi la amministra e che un paese che consente ai professori universitari di applicare il baronaggio sia un paese che non ha futuro. Perchè i ricercatori sono costretti a lasciare l'Italia e cercare finanziamenti e fiducia all'estero ?

Queste riflessioni, certamente incomplete, ho maturato rispetto a questo episodio. Mi ha offerto la possibilità di valutare atti e atteggiamenti di uomini di cultura che dovrebbero apprezzare il fatto che sul dialogo e sul confronto si basano tutti i modelli positivi esistenti, dalla politica alla cultura alla società.

E, per chiudere, ha fatto bene il Papa a confermare la sua visita. Anche se chi, con enorme arroganza, pretende di zittirlo dirà che il Papa è arrogante a sfidare questo diktat pseudo culturale.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il dato da trarre da questa vicenda è l'anticlericalismo diffuso che oggi giorno si manifesta nella società. Personalmente sono contenta che la figura del Papa sia stata finalmente umanizzata, nella misura in cui ne è stata contestata la presenza. D'altronde libero arbitrio vuol dire proprio questo. Certo la forma del rifiuto non è stata delle più eleganti, ma Papa Bendetto XVI ha ben poco da essere dispiaciuto perchè ciò che è avvenuto lo ha mostrato vittima, nella vicenda, regalando alla Chiesa Cattolica e Apostolica un positivo effetto mediatico con ben pochi precedenti. Quale miglior luogo della Casa della Scienza per iniziare un dibattito nuovo nei confronti della Chiesa? Rispetto molto la sua opinione cattolica, consigliere Failla, ed è giusto che lei la ribadisca nel suo blog. Ma mi permetta di approfittare di questo suo libero spazio di confronto per proporle l'opinione di una donna che, non credente, non può fare a meno che vivere e subire spesso delle dinamiche che rispondono alla catechesi cristiana. Senza mettere in dubbio la libertà di nessuno, senza mettere in dubbio i principi etici della religione cattolica che sono certa sarebbero d'insegnamento per ogni cultura... provi a mettersi nei panni di chi, non credente o laico, è costretto a confrontarsi con il labile cattolicesimo che permea la politica italiana. Da cattolici è difficile accorgersene, ma da non cattolici, mi creda, spesso si rimane sbalorditi di come le situazioni finiscano per prendere sempre la piega del potere religioso. E' un confronto molto difficile, quello in questione, perchè siamo la nazione dove è più attivo il coinvolgimento del potere temporale. La mia solidarietà a Papa Benedetto XVI, perchè in qualità di Capo di Stato ha subito un attacco diplomaticamente scorretto, ma tutte le mie felicitazioni per un rifiuto coraggioso finalmente del mondo scientifico che è stanco di doversi confrontare con l' istituzione ecclesiastica nel cammino della ricerca scientifica. La lascio con una domanda che desidera una sua riflessione: secondo lei se fosse stato invitato un altro capo religioso, supponiamo un Dalai Lama, come si sarebbero comportati il corpo docenti e il corpo studentesco della stessa Università?

Sebastiano Failla ha detto...

Gentile Maria Concetta,

La ringrazio per avere lasciato il suo commento nel mio blog. Spero che questo luogo virtuale diventi un momento di crescita e che arricchisca i miei visitatori e me.

Detto questo, mi creda, senza retorica, rispondo con piacere alle sue riflessioni, partendo proprio dalla domanda che mi pone alla fine.

A mio avviso, se a venire alla Sapienza fosse stato il Dalai Lama o, che so, un Patriarca ortodosso o un capo religioso di qualche confessione estremo orientale, non sarebbe esistito questo vespaio. Anzi "l'esotismo" del personaggio lo avrebbe protetto e avviato verso sicuri, facili consensi.

Il problema lo rappresenta proprio il Pontefice; proprio perchè Papa e proprio perchè Ratzinger. Giovanni Paolo II qualche anno fa non subì un eguale aggressione.

Al di là di semplicistiche considerazioni che io potrei fare sul ruolo odierno della Chiesa Romana, depuratasi di tutte le sue colpe (secondo me infinite soprattutto contro la cultura), nel lavacro battesimale voluto da Woitila, credo che il punto sia rappresentato dalla paura di una certa classe intellettuale di perdere il peso specifico (ed i connessi privilegi) conquistato negli ultimi decenni con la relativizzazione progressiva dell'uomo e del mondo. La Chiesa Cattolica, latrice di un messaggio esclusivo, che può essere considerato aggressivo (Non avrai altro Dio all'infuori di me) ma contemporaneamente spirituale e confortante, riprende terreno. Le vocazioni non sono più in crisi o meglio sono meno in crisi di prima e le chiese sono più frequentate. Certa cultura, intollerante, autoreferenziale ed elitaria di contro questo terreno lo perde, si accorge di non fornire le risposte che servono all'uomo e reagisce.

Il vero dramma non sono neanche i 67 prof. Il vero dramma sono gli altri 4000 (quattromila !!!!) loro colleghi che non hanno detto una parola. L'italiano medio, lo stereotipo, si reincarna anche in chi dovrebbe rappresentare l'ossatura culturale della Nazione. L'italiano che fino al 25 Aprile 1945 (forse anche fino al 26) salutava romanamente l'ultimo federale fascista di Milano che lasciava la Città mentre andava a salutare i liberatori che arrivavano. L'italiano che il 5 Aprile 1992 dava ai socialisti di Craxi il 13 % e svariati milioni di voti, salvo poi correre a buttare le monetine da 500 lire davanti all'Hotel Raphael. L'italiano che Alberto Sordi ha incarnato in mille riuscitissime macchiette e che ci si ripresenta sempre di fronte, continuamente e senza sosta. L'italiano con la i minuscola.

Tornando a casa, ascoltavo Radio 1 Rai ed il Dottor Forbice aveva ospite Marcello Veneziani che ha definito questo episodio una delle pagine più miserabili della cultura italiana. Concordo con lui e credo che oltre alla cultura si sia inferto un vulnus ad un principio fondante della convivenza civile : una piccola chiassosa minoranza spalleggiata da una certa stampa radical chic (non a caso Repubblica era tra le più informate e le più accanite) è riuscita a ribaltare la volontà di una grandissima maggioranza di confrontarsi.

Credo che si sia sprecata un occasione. E che in Italia oggi si sia un pò più divisi di ieri.

Sebastiano Failla ha detto...

Ricevo dalla Responsabile della Consulta Etico Religiosa della Federazione Prov.le di AN, Dott.ssa Gianna Di Martino la posizione ufficiale di AN a livello nazionale sulla questione.

La pubblico come ulteriore arricchimento per il dibattito :

CONSULTA ETICO-RELIGIOSA
PRESIDENTE: ON. RICCARDO PEDRIZZI
UFFICIO STAMPA
TEL.: 06-67606727 FAX:06-67605466

Roma, 17/1/2008


COMUNICATO STAMPA


LACRIME DI COCCODRILLO, DOMENICA A SAN PIETRO GIORNATA DI SOLIDARIETA’ AL PAPA


«Domenica in Piazza San Pietro sarà la giornata di solidarietà al Papa contro l’arroganza dei neoilluministi da strapazzo che hanno impedito al Pontefice di parlare». Lo dichiara Riccardo Pedrizzi, responsabile della Consulta etico-religiosa di An, che annuncia la propria presenza e quella di esponenti della Consulta etico-religiosa di Alleanza Nazionale all’Angelus di domenica, in risposta all’appello del Cardinale Ruini, insieme con tanti esponenti della comunità cattolica di An.
«I tardivi tentativi del ministro Mussi di questa mattina di riparare alla clamorosa gaffe del governo che ha determinato la mancata partecipazione del Papa alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico della Sapienza, appaiono davvero patetici e quasi offensivi nei confronti dei cattolici. Mussi piange lacrime di coccodrillo ma non ha assunto alcuna iniziativa di censura nei confronti dei firmatari dell’appello anti-Papa, né tantomeno ha speso una parola di condanna per le arroganti manifestazioni dei giovani dei centri sociali che di fatto hanno occupato la Sapienza», conclude Pedrizzi.

L’Ufficio Stampa